Vademecum Waldorf per la cura del neonato
Abbiamo parlato ne 0/7 anni: età prescolare – imitazione ed esempio delle tappe di sviluppo del bambino sin dai suoi primi mesi di vita. Ora vediamo come possiamo supportarlo in questo processo di crescita.
Ascolta l'articolo
Suono
Entrando nella stanza di un neonato che riposa, viene del tutto naturale modificare immediatamente il proprio comportamento; si parla sottovoce, si cammina in punta di piedi e persino i bambini più agitati si acquietano. Quando invece il neonato piange, tutti gli corrono intorno. La voce piena di calore e le parole dolci dei genitori sono la voce narrante, in questo dialogo di silenzi e suoni che avvolge la vita del bambino nei primi giorni.
D’altronde, anche nella fase embrionale l’organismo del bambino viveva immerso nell’atmosfera vocale e sonora dei genitori, che ha contribuito alla sua formazione. Per tale motivo, si suggerisce di tenere lontano la donna in gravidanza e il neonato, per quanto possibile, da qualsiasi sorgente sonora o musicale di tipo tecnico, poiché quello che sente il bambino nei primi anni ha un profondo influsso e predispone le abitudini future. Tutti i rumori che non provengono dalla voce delle persone o dal suono della natura, giungono al neonato come estranei, quali elementi di disturbo. Si può infatti notare come muti il respiro di un neonato che dorme quando capita un rumore improvviso, oppure come acceleri il battito del suo cuore.
Nel periodo che precede l’apprendimento del linguaggio e del pensiero, il bambino non ha la possibilità di prendere le distanze dalle impressioni che arrivano dall’esterno, specialmente da quelle sonore. Questa capacità si sviluppa lentamente, e si realizza dopo aver imparato a nominare le cose intorno a lui. Questo significa che il bambino, specialmente nel primo anno di vita, si mostra totalmente incapace di spegnere interiormente le impressioni esterne che agiscono su di lui, e rimane esposto ad esse con tutta la sua sensibile corporeità. Le variazioni del suo ritmo respiratorio e cardiaco sono gli indicatori di questa sua partecipazione fisica all’ambiente.
Aria
L’aria fresca è indispensabile per la salute del neonato. È buona abitudine cambiare l’aria più volte al giorno, spalancando la finestra per alcuni minuti quando il bambino non è nella stanza. Il tempo di apertura della finestra dipende dalla temperatura, dall’umidità o secchezza dell’aria, e dai rumori che provengono dall’esterno.
Riguardo all’umidità, va detto che la maggior parte dei sistemi di riscaldamento moderni non è adatta ai bambini, proprio perché riduce troppo l’umidità. Per mantenere un’umidità sufficiente in casa dovrebbero essere fatti evaporare diversi litri di acqua al giorno; ciò si rende necessario soprattutto quando qualcuno in famiglia è soggetto a catarri delle vie aeree. È possibile tenere una pentola d’acqua sul fornello, a fuoco basso, lasciando evaporare l’acqua. In caso di infezioni alle vie aeree superiori si può migliorare qualitativamente il vapore aggiungendo all’acqua alcune gocce di oli essenziali balsamici, ad esempio di eucalipto. Questo sistema attenua anche l’azione irritante sulle vie aeree prodotta da sostanze quali l’ozono e l’ossido di azoto, tipiche dell’inquinamento ambientale.
Naturalmente, va sempre evitato che il bambino respiri i vapori della cucina o il fumo di sigaretta.
Luce
Appena nato, il neonato apre gli occhi solo nella penombra, ma se lasciamo che la luce colpisca il suo volto, essi si richiudono immediatamente. Dopo alcune settimane le cose cambiano e il bambino, quando è sveglio, guarda in tutte le direzioni nella stanza completamente illuminata. Il suo sguardo indagatore non riesce ancora a mantenere una direzione, né tantomeno a fissare qualcosa.
Nel corso delle settimane successive aumenta il tempo in cui tiene gli occhi aperti, e inizia a seguire con lo sguardo il volto della mamma. Se ora si entra con i propri occhi nella direzione dell’asse visivo del bambino, egli ci osserverà inizialmente senza alcuna emozione, poi, accorgendosi del nostro volto, reagirà allo sguardo tramite un’accelerazione del respiro e con il movimento del corpo. Gli occhi iniziano a inquadrare il corpo, e se ci si muove lentamente ne seguono lo spostamento. Ora è possibile lasciarlo dormire accanto alla finestra aperta o all’esterno, riparato dal vento e dall’illuminazione diretta del sole.
A molte persone non piace l’idea di tenere all’aperto un bambino di tre o quattro settimane, anche se ben coperto e con una cuffietta sul capo. Tuttavia l’esposizione alla luce diurna è molto importante per ogni lattante, a qualsiasi latitudine. La luce che irradia nel cielo azzurro possiede un notevole effetto confermativo e, assieme al latte materno, rappresenta lo stimolo più importante per una sana formazione della struttura ossea del bambino. Per un’efficace prevenzione al rachitismo, il volto e la fronte libera di un lattante dovrebbero essere esposti alla luce blu del cielo per due ore al giorno.
Sono sconsigliabili nei primi mesi di vita, e in genere nella prima infanzia, i bagni di sole che espongono tutto il corpo del bambino. Un eccesso di azione formativa della luce stimolerebbe precocemente la tendenza dell’organismo all’indurimento patologico, cioè alla sclerosi, e sovraccaricherebbe l’apparato neurosensoriale. Chiunque può rendersi conto di questi effetti osservando le condizioni della propria lucidità mentale dopo un’eccessiva esposizione al sole. Anche in questo caso si tratta come sempre di trovare la giusta misura.
Caldo e freddo
La termoregolazione nel neonato é ancora immatura, e si regge su delicati equilibri. Pertanto, è importante adottare alcuni accorgimenti per far si che il bambino non si raffreddi o non si riscaldi troppo, come ad esempio l’utilizzo di un radiatore nella stanza da bagno e del fasciatoio, piuttosto che una stufa ad aria calda.
Il capo scoperto disperde molto il calore, per cui il bambino dovrebbe indossare un cappellino di lana quando esce, e una cuffietta di cotone o seta quando è in casa. Nei periodi di caldo sarà sufficiente solo un cappellino da sole per le uscite.
Per quanto riguarda la biancheria e l’abbigliamento, si consiglia di utilizzare la lana di pecora, in quanto questo materiale ha l’esclusiva proprietà di poter assorbire l’umidità consentendo all’acqua di evaporare senza produrre un effetto di raffreddamento sulla cute. Il sudore viene ben assorbito e il calore in eccesso può essere eliminato senza che si verifichino ristagni di umidità. In tal modo, la termoregolazione viene perfettamente mantenuta, al contrario che con i tessuti di fibre sintetiche. Questo è il motivo per cui i beduini del deserto indossano sempre indumenti di lana.
Alcune persone hanno un’avversione agli indumenti di lana per il prurito che provoca quando è a contatto diretto con la pelle. Tuttavia, lane di pecora molto morbide e di alta qualità possono essere tollerate anche dalle pelli più delicate, e in casi estremi possono essere indossate sopra sottili camiciole di cotone. È importante che la lana venga sempre lavata in acqua tiepida, con sapone delicato, per evitare che infeltrisca e diventi irritante. Per le pelli più delicate si possono utilizzare camiciole e cuffietta di seta grezza. Questo tessuto ha delle proprietà termoregolatrici molto simili a quelle della lana. Gli indumenti di puro cotone da soli sono indicati solo nei periodi dell’anno molto caldi e privi di sbalzi di temperatura.
È bene ricordarsi che quando il lattante è fuori casa è normale che abbia le mani e le guance fredde anche se è ben coperto, ma quando è a letto deve essere sempre ben caldo.
Ci siamo soffermati un po’ sull’argomento perché il calore eccessivo vizia l’organismo e gli impedisce di sviluppare una buona termoregolazione, mentre un calore insufficiente e i raffreddamenti scatenano delle reazioni vasomotorie eccessive. In entrambi i casi l’organismo non impara a reagire agli stimoli caldi e freddi in modo sensibile ed equilibrato.
Pulizia e cura generale
La pelle del bambino è ricoperta da un sottilissimo strato di grassi qualitativamente insostituibili. Non è molto sensato quindi rimuovere questa pellicola protettiva con dei bagni giornalieri, per poi sostituirla con altre sostanze grasse quali le creme. Il più delle volte sarà sufficiente un breve bagnetto due volte alla settimana, e la pulizia quotidiana del volto, dei genitali e delle pieghe cutanee. Possiamo utilizzare dei dischetti di cotone con degli oli naturali. Gli oli particolarmente adatti per la cura delle pelle dei bambini sono quelli con l’aggiunta di estratti di calendula o camomilla.
Le pieghe cutanee del collo, delle ascelle, dei genitali e dietro le orecchie devono essere curate mediante delicate detersioni. L’uso delle polveri in questi punti é sconsigliato perché a causa del sudore produrrebbe facilmente dei residui crostosi che possono alla fine irritare. L’uso delle polveri mediche ha senso solo sulle superfici cutanee irritate, ad esempio in presenza di sudamina sul petto e sul dorso. Va ricordato che alcune polveri, come il borotalco, possono provocare la tosse ed essere pericolose per i polmoni.
I contatti corporei
Sconsigliamo di effettuare sistematicamente dei massaggi, benché oggi vengano consigliati con fervore. Un’eccezione è naturalmente rappresentata dai massaggi effettuati per ragioni mediche, ma la stimolazione sensoriale corporea avviene meglio in maniera spontanea, e non dovrebbe avere in sé un alcunché di assimilabile a un programma. Un lattante portato in braccio, oppure nel marsupio, dispone già di un profondo contatto in tutto il corpo e di una moltitudine di percezioni delle quali ha bisogno per sentirsi bene nel proprio ambiente. Tutto il resto, il bambino se lo procura da sé con il proprio impulso a muoversi e a scoprire.
Per lo stesso motivo, il marsupio è il mezzo più appropriato per trasportare il bambino. Vanno bene anche le fasce. Questi sistemi di trasporto rendono i genitori più liberi nei movimenti, e il bambino può partecipare maggiormente a ciò che fanno. Ma se non è possibile evitare la carrozzina, è importante che il bambino veda almeno gli adulti che lo spingono.
Nanna
Per circa trent’anni, sotto l’influenza dei modelli americani, è stata promossa l’idea di adagiare i bambini nella culla in posizione prona (a pancia in giù). Tuttavia, recenti ricerche hanno avanzato il sospetto che questa posizione sia correlata a un aumento delle morti improvvise nel lattante. Pertanto oggi si raccomanda di non disporre nei primi mesi di vita il bambino sulla pancia o sul fianco, bensì sul dorso.
I bambini che si addormentano con difficoltà, possono essere posti di giorno in un marsupio per dare loro un sufficiente contatto corporeo, e nel lettino li si può avvolgere con un golfino della mamma.
In ogni caso, quando si copre il bambino a letto bisogna sistemarlo in modo che il capo non scivoli sotto le coperte.
La culla
Per il lettino si consiglia di usare un cesto con imbottitura in tinta unita o una culla con un velo di color rosa-violetto. Il velo ripara dalle correnti d’aria e lascia filtrare nella culla una luce delicata che crea una tranquilla atmosfera per il sonno del bambino. Inoltre protegge dall’illuminazione diretta del sole che entra dalla finestra aperta, e arresta i raggi ultravioletti.
Il materasso deve essere costituito da un pezzo unico, piatto e ben imbottito, meglio se di crine vegetale o capoc.
Il cuscino non è necessario. Solo in caso di appiattimento dell’occipite o di eccessiva mollezza del cranio si può realizzare un cuscinetto 20x20cm riempito di grano di miglio per ripartire il peso del capo su una superficie più ampia.
Qualunque cosa si usi come lettino, è utile sistemarlo vicino al letto della mamma. Spesso non ci si pensa, con il risultato che i genitori sono costretti ad alzarsi più volte durante la notte se il bambino piange.
Il passaggio da lattante a bambino piccolo avviene quando egli impara a camminare e ha la possibilità di andare incontro alle cose. Le sue mani si sono liberate dal gattonare, e possono afferrare, tirar giù ed esaminare tutto quanto è possibile. Ora il corso della giornata ha un volto completamente nuovo.
Queste indicazioni sono state tratte dal manuale La salute del bambino, W. Goebel e M. Glöckler, Aedel Edizioni Torino
Buona vita, Noe