Senza natura il bambino si ammala?

Senza natura il bambino si ammala?

Sapete quanto fa bene la natura ai bambini?

Parliamoci chiaro, sappiamo tutti che quando siamo immersi nella natura stiamo meglio. D’altronde siamo fatti per vivere in natura. Eppure, la società in cui viviamo ci porta spesso a optare per una vita più comoda.

È sicuramente più comodo portare i bambini in ambienti dove non possano sporcarsi esageratamente, preferibilmente circoscritti in modo che non dobbiamo preoccuparci troppo della loro incolumità, e dove possano intrattenersi con i giochi messi a disposizione per loro.

Per loro? Davvero?

Cosa migliora nei bambini se stanno in natura?

Un gran numero di ricerche sono d’accordo su un punto: la natura favorisce un buono sviluppo psichico e cerebrale dalla più tenera età.

 

L’indagine del 2014 dell’équipe di Jordi Sunyer, Istituto per la salute globale di Barcellona, mostra quanto i bambini che vivono in prossimità di spazi verdi, o che ogni anno trascorrono molte ore nella natura, incontrino meno problemi di concentrazione e siano meno soggetti a disturbi da deficit dell’attenzione.

Chi vive più vicino a un ambiente naturale mostra anche una migliore memoria di lavoro, che serve durante l’apprendimento per l’acquisizione di competenze cognitive complesse, come la comprensione del linguaggio, la lettura, la scrittura, il calcolo o il ragionamento.

Oltre a questi aspetti, il ricercatore catalano sottolinea le altre conseguenze positive del contatto con la natura: respirare un’aria più sana, vivere in un ambiente meno rumoroso, trascorrere del tempo in uno spazio che spinga al gioco e all’attività fisica. Tutti fattori che generano emozioni positive e migliorano lo stato psicologico.

Ecco perché il rischio di sviluppare una malattia mentale nell’adolescenza e in età adulta decresce in proporzione al tempo che abbiamo trascorso circondati dalla vegetazione tra la nascita e l’età di 10 anni.

Salviamo i nostri bambini dalla sindrome della mancanza di natura.

Scriveva il giornalista statunitense Richard Louv nella sua opera L’ultimo bambino nei boschi.

Cosa possiamo fare noi genitori?

  1. Fate entrare la flora in casa. Proponete a vostro figlio di piantare e innaffiare dei fiori, o meglio ancora un alberello di melograno.
  2. Portate i suoi giochi all’aria aperta e andate in giardino, al parco o in spiaggia. Portate con voi anche un libro per accompagnare i momenti più calmi del gioco.
  3. Arricchite la sua conoscenza. Regalategli una guida della flora e della fauna per identificare le specie che incontrate, e tenete un diario delle escursioni arricchito con delle foto fatte da voi.
  4. Fate della natura un terreno di avventura. Proponetegli una passeggiata al chiaro di luna, una caccia al tesoro in spiaggia, o di scoprire cosa c’è sotto un grosso masso.
  5. Incoraggiatelo ad adottare un albero, che potrà andare a trovare regolarmente.

Non dimenticate le regole di sicurezza. Perché la natura ha anche i suoi pericoli. Sarebbe importante, dunque, insegnare al bambino a nuotare, a orientarsi e a medicarsi all’occorrenza.

Buona vita, Silvia Noemi

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