Guida all’Homeschooling in Italia
Sin da quando i nostri figli erano piccoli, sapevamo che ci saremo dovuti impegnare tanto per portare avanti un’educazione più consapevole. Ma questo non ci ha mai spaventati.
Durante la prima infanzia, fino ai 3 anni di età, i bambini hanno vissuto esclusivamente all’interno dell’ambiente familiare. Li abbiamo accompagnati alla scoperta del mondo: hanno viaggiato in luoghi vicini e lontani, ascoltato e parlato altre lingue, ma sempre nella sicurezza di vedere i loro genitori accanto.
Al compimento dei 3 anni hanno iniziato a frequentare alcuni progetti di orientamento Waldorf e di pedagogía libre, prima saltuariamente, e verso i 5 anni con maggiore costanza. Questo ci ha permesso di proseguire nel nostro percorso di Educazione Parentale (Home Learning), approfondendo allo stesso tempo alcuni aspetti della pedagogia steineriana che richiedono una conoscenza più profonda dell’argomento, quale ad esempio l’euritmia e la musica.
Con l’arrivo della maturità scolare, per cui vi consiglio di leggere Il bambino è pronto per entrare a scuola?, abbiamo poi optato per l’Homeschooling, in Italia chiamato Istruzione parentale. Ma cosa comporta tutto ciò e quale è il percorso per avviare un progetto di Homeschooling in Italia?
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Le basi legali dell'Homeschooling in Italia
La Costituzione Italiana, all’articolo 30, afferma: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.”
Il compito di istruire i figli è dunque affidato in primis ai genitori. E tale compito è obbligatorio per un totale di otto anni. L’articolo 34 recita: “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.” Ciò che è obbligatorio è infatti l’istruzione, non la scuola.
Il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) contempla l’Homeschooling affermando: “Un’alternativa alla frequenza delle aule scolastiche è rappresentata dall’istruzione parentale conosciuta anche come scuola familiare, paterna o indicata con i termini anglosassoni quali: homeschooling o home education.”
Bene, quindi l’Homeschooling in Italia è legale e si può fare. Ma come?
La comunicazione e il ruolo del dirigente scolastico
I genitori devono rilasciare un’apposita dichiarazione al dirigente scolastico della scuola prescelta, in genere quella più vicina alla casa di residenza, da rinnovare anno per anno, relativa al possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale. La scuola di riferimento è incaricata di verificare l’effettivo possesso di tali capacità, ma non lasciatevi spaventare da questa frase. In una nota (MIUR-DGOS n. 5693 del 20.6.2005) il Ministero dell’Istruzione specifica che:
Poiché non è ipotizzabile che ciò [la verifica di tali capacità] possa avvenire in modo diretto con accertamenti sui genitori, occorre necessariamente ipotizzare che essi debbano avvenire indirettamente […] soltanto attraverso esami di idoneità per il passaggio alla classe successiva, indipendentemente dalla circostanza che gli studi vengano proseguiti privatamente o presso una scuola del sistema nazionale di istruzione.
Pertanto, la verifica sul possesso della capacità tecnica o economica avverrà attraverso l’esame di idoneità che il bambino dovrà sostenere alla fine di ogni anno scolastico. NESSUNO potrà chiedervi la vostra dichiarazione dei redditi, per intenderci!
Dovete però stare attenti ad alcuni dettagli:
- È possibile presentare la comunicazione solo all’inizio dell’anno scolastico, non in corso.
- Nel caso in cui vostro figlio risulti iscritto a una scuola tradizionale, è necessario comunicare il ritiro dalla classe e dall’istituto, onde evitare problematiche di responsabilità con il dirigente. Si può fare anche in sede di comunicazione di istruzione parentale, ma è sempre meglio chiedere conferma al dirigente scolastico.
L'esame di idoneità
Come accennato in precedenza, i bambini dovranno sostenere annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva, in qualità di candidati esterni, presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione (per otto anni).
In caso di mancato svolgimento dell’esame di idoneità, o in caso di mancato superamento dell’esame, la scuola deve comunicare l’inadempienza al sindaco del comune di residenza dell’alunno.
Il programma di studio (ne parlo tra poco) dovrà essere presentato insieme alla domanda di partecipazione all’esame di idoneità entro il 30 aprile di ogni anno. In tale occasione la scuola sede di esame ne verificherà la congruenza con le Indicazioni nazionali e le Linee Guida del MIUR, e potrà richiedere eventuali integrazioni al programma.
Il programma di studio
Il MIUR è investito del compito di definire gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni. Tuttavia, il Ministero tende a distinguere solo tra:
- triennio (1a – 3a classe) della scuola primaria
- biennio (4a e 5a classe) della scuola primaria
- triennio (1a – 3a classe) della scuola secondaria di primo grado
Tali indicazioni, seppur non distinguendo le diverse annualità, sono comunque utili per realizzare un programma di studio personalizzato e allo stesso tempo accettabile per la scuola.
Trovate le indicazioni nazionali per il curricula della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione negli Annali della Pubblica Istruzione, edizione speciale 2012.
Alcune domande
1. Solo i genitori possono provvedere all’istruzione dei propri figli?
No. È importante sapere che la scelta di intraprendere un percorso l’Homeschooling non implica la necessità che l’istruzione sia impartita direttamente dai genitori né esclusivamente nel domicilio degli stessi.
Questo apre a infinite possibilità organizzative per le famiglie.
2. E per le famiglie che viaggiano, come noi?
Le famiglie che viaggiano molto e risiedono all’estero per meno di 12 mesi all’anno (non iscritti all’AIRE) possono far sostenere l’esame annuale di idoneità nelle scuole italiane all’Estero. Qui trovate l’elenco ufficiale: Scuole italiane all’estero.
3. Si può presentare la comunicazione ed effettuare l’esame in una scuola paritaria?
Sì, si può presentare comunicazione e fare l’esame anche in una scuola paritaria, purché compresa nello stesso ambito territoriale.
Ricapitoliamo le basi legali dell'Homeschooling
Prima dell’inizio dell’anno scolastico:
- Se vostro figlio è iscritto a scuola, comunicate al dirigente scolastico (tramite PEC) la vostra scelta di avvalervi del diritto di istruzione parentale.
- Inviare per conoscenza la medesima comunicazione anche al Sindaco del Comune di residenza, sempre tramite PEC.
Entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento:
- Stilate un programma di studio riprendendo le indicazioni degli Annali della Pubblica Istruzione.
- Presentate la domanda di partecipazione all’esame di idoneità, allegando il programma di studio.
In conclusione vorrei fare presente che ci sono tante realtà attive sul territorio di genitori Homeschooler che hanno fondato associazioni e aperto gruppi di supporto. Il mio consiglio è di rivolgervi a loro, per avere consigli e soprattutto ascoltare le storie di coloro che hanno intrapreso questo percorso prima di voi.
Buona vita, Noe